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venerdì 18 ottobre 2013

Le tartarughe e il loro letargo...o forse no!!!!

Il letargo induce le tartarughe a un lungo periodo di sonnolenza e inappetenza che, accompagnato ad un sostanziale calo dell'attività metabolica, consente alle bestiole di sopravvivere in quei periodi in cui le condizioni ambientali diventano più rigide e viene a ridursi drasticamente l'intensità e la durata (in inverno i giorni sono più corti) dell'irradiazione solare, così importante per la loro esistenza, nonché la disponibilità di cibo: cessa la digestione, si riduce il flusso sanguigno e il sistema immunitario diventa meno efficace o addirittura inesistente. A causa di questi cali metabolici, molte malattie possono svilupparsi senza alcun controllo e piccoli disturbi latenti o cronici possono facilmente degenerare in malattie gravi e provocarne addirittura la morte. Ma è giusto mandarle in letargo? Su questo argomento esistono opinioni diverse. Io ritengo che, osservando quello che succede in natura, un periodo di letargo sia da applicare, anche se non esiste alcun obbligo in proposito: il letargo non è strettamente necessario per la salute e il benessere delle tartarughe. Sicuramente, questa pratica non si applicherà laddove la temperatura non scende sotto i 10°C. Il letargo svolge anche un'importante funzione riequilibratrice per il ciclo riproduttivo di tutti i rettili. Non tutte le tartarughe vanno in letargo! Questo dipende dalla specie e dalle caratteristiche climatiche del luogo in cui sono tenute. Il letargo può durare da tre a otto mesi, anche se abitualmente dura cinque-sei mesi. E' importante identificare la razza delle vostre tartarughe per determinare qual è il modo migliore per far passare loro la stagione invernale. La regola generale è che più la zona d'origine delle vostre tartarughe o testuggini è vicina all'equatore e meno vi è necessità di ibernarle. Praticamente: • le testuggini terrestri richiedono solitamente un rifugio con un basso tasso di umidità e al riparo da pioggia o allagamenti. • Le tartarughe semi-acquatiche presentano di solito una buona tolleranza verso l'umidità ma non sopportano assolutamente il vento e il freddo. • Le tartarughe acquatiche richiedono un ampio stagno per poter andare in letargo. • Le tartarughe esotiche, in genere, non vanno in letargo. Innanzitutto, è sicuramente più facile ibernare le testuggini che le tartarughe: il letargo "acquatico" comporta alcune complicazioni che invece non esistono per quello "terrestre". Il periodo del letargo comincia solitamente da Ottobre-Novembre e termina in Marzo-Aprile, a seconda delle condizioni climatiche presenti in primavera. Deve essere costantemente monitorato, in particolare nelle fasi iniziale e finale che sono le più delicate. La temperatura ideale per l'ibernazione è compresa tra i 5°C (41°F) e i 10°C (50°F): in ogni caso intervenite se questa dovesse scendere sotto i 2°C (36°F)! Non confondete il "falso" letargo (torpore) con il "vero" letargo: una tartaruga o testuggine che è lentissima nei movimenti, ma non può essere in stato letargico poiché la temperatura è ancora troppo alta, può rischiare di morire se non riuscisse più ad esporsi al sole (o alla luce della lampada) e ad alimentarsi. La temperatura è tutto per una tartaruga o una testuggine: questo fattore governa il suo intero ciclo vitale.

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